Problema: Problem solving. Tutto quello che devi sapere sui problemi della vita

Come si risolve un problema? Forse ti sei ritrovato/a nella situazione in cui hai sentito l’urgenza di dover risolvere qualcosa. Spinto da una sorta di frenesia mista ad ansia, almeno una volta nella vita probabilmente hai creduto di dover mollare tutto perché c’era un problema urgente da risolvere. Non preoccuparti, è del tutto normale, ero solo sotto l’effetto di un problema del tempo presente. L’urgenza non era oggettiva, ma l’emotività che il problema portava con sé faceva sì che tu percepissi la questione come urgente.

Problema del Tempo Presente

Quando un individuo si trova sotto l’effetto di un problema del tempo presente, esso si comporta come una calamita per l’attenzione. Tutto ciò a cui un soggetto riesce a pensare, sotto l’effetto di un PTP ( lo chiameremo così per brevità, utilizzando le sue iniziali), è il problema stesso. In prima battuta il fenomeno potrebbe sembrare avere un’accezione positiva. Purtroppo però tutto quello che accade, tutto quel “pensare al problema”, si riduce in una drammatizzazione del problema.
Il senso di urgenza, il carico emotivo negativo e il senso di incertezza non hanno sicuramente degli effetti positivi nel permettere ad una persona di optare per la soluzione migliore.

Trasformare un problema in una situazione

Per trasformare un problema di una situazione è necessario sciogliere tutta l’energia intrappolata nel problema. Non ti preoccupare, non sto per dirti quanto sale devi spargere sul pavimento della tua cucina, continua a leggere e vedrai che non ti deluderò.
Intanto inizio con un’avvertenza: la tecnica che sto per descrivere non è intesa come un procedimento che un individuo possa nel 100% dei casi utilizzare autonomamente su di sé. Ciò che sto per esporre è l’esatta procedura utilizzata durante una sessione di lavoro su di sé in una incontro di web auditing. La sessione viene eseguita da un professionista che sa come gestire ogni manifestazione collegata al problema. Voglio qui farti conoscere come noi risolviamo un problema in modo che tu possa comparare la nostra tecnologia con quelle che conosci o conoscerai.
Prendi un foglio (un A4, ossia quello che usi per la stampante, o quello dei classici quaderni scolastici) , distendilo in orizzontale, piegalo a metà da sinistra verso destra o da destra verso sinistra. Ora riaprilo, poi con la penna tracciai due linee orizzontali in modo da avere tutto il foglio diviso in tre righe. La piega che hai fatto in precedenza sarà la linea che dividerà il foglio in due colonne.
Quindi hai tre righe: riga 1, porzione di sinistra, porzione di destra;
riga 2, porzione di sinistra, porzione di destra;
riga 3, porzione di sinistra, porzione di destra;
Ora chiediti “Qual è il problema?” e datti una risposta. La risposta serve solo a definire il problema, non c’è bisogno che tu tiri fuori tutto ciò che c’è da tirare fuori. Useremo il foglio per tale scopo.
Adesso useremo la prima riga per le FORZE e CONTRO FORZE, la seconda per le INTENZIONI e CONTRO INTENZIONI e la terza riga per le VERITÁ CONTRO VERITÁ
Meglio prima però fare chiarezza sui nuovi termini che abbiamo appena introdotto.

FORZE – CONTRO FORZE

Cosa sono le FORZE? Ti farò degli esempi di FORZE. In un problema delle forze potrebbero essere: “non ce la faccio”, “loro non voglio che io …”, “non mi è permesso andare là”, “…se ci vado poi mi sento solo/a”,”costa troppo”. Ma che relazione c’è tra FORZE e CONTRO FORZE? Supponiamo che il tuo problema sia: non posso più abitare nella casa in cui mi trovo. Ora inizia ad individuare delle FORZE, e per ogni forza che trovi prova a vedere se c’è una CONTRO FORZA. Non ci deve essere obbligatoriamente una corrispondenza, puoi anche prima trovare delle FORZE, e poi delle CONTRO FORZE. Quindi la mia FORZA, per lasciare la casa, potrebbe essere “qui non ho più motivi di restare”, e la CONTRO FORZA “non so dove andare”, un’altra FORZA “i vicini di casa sono insopportabili”, CONTRO FORZA “potrei incontrare qualcuno di ancora più malvagio se me ne vado da qui”.
Quindi nel foglio iniziate a scrivere a sinistra le FORZE che vi vengono in mente e a destra le CONTRO FORZE.
Fatelo finché sentite che non avete più FORZE e CONTRO FORZE disponibili. Ora passate alle INTENZIONI.

INTENZIONI – CONTRO INTENZIONI

Un esempio di intenzione è (sempre utilizzando il nostro problema d’esempio) “voglio una vita nuova”, e CONTRO INTENZIONE “non voglio perdere quello che ho costruito qui”. Potente anche usare il dizionario per definire il termine “intenzione”. Le CONTRO INTENZIONI sono intenzioni in opposizione alle intenzioni che avete trovato.
Quindi ora utilizzate la seconda riga per scrivere, a sinistra, le INTENZIONI e a destra, le CONTRO INTENZIONI.

POSTULATI – CONTRO POSTULATI

Infine abbiamo le VERITÁ, ovvero i vostri personali giudizi, realizzazioni, o più tecnicamente definiti come POSTULATI.
Esempi di VERITÁ sul nostro problema di riferimento possono essere “questo posto è un inferno”, “non posso più restare qui”. CONTRO VERITÁ “mi ero abituato/a a restare qui”, “non so da dove iniziare”.
Una volta che non avete più nulla da scrivere riguardo a VERITÁ e CONTRO VERITÁ ricominciate dalle FORZE e così via, fino a che non vi viene più nulla in mente.
Ora il procedimento non è finito. Molto probabilmente la radice di questo problema è collocata in un momento temporale precedente al problema sul quale avete appena lavorato.
Ecco perché è importante affidarsi ad un professionista che conosca i procedimenti necessari a liberarvi da tali condizioni. Non espongo qui la tecnica per intero perché, senza le giuste competenze, potrebbe solo creare più confusione che beneficio. Con quanto descritto fino a qui sarete in grado di alleviare un problema, ma senza però cancellarne la causa più remota. Per fare questo esiste il web-auditing.
In ogni caso, dopo che hai trasformato un problema in una situazione, se hai bisogno di strumenti per riflettere sulla migliore soluzione da applicare, questo sito può esserti d’aiuto.

Guarigione spirituale – tutta la verità, nient’altro che la verità

Che cos’è la guarigione spirituale? È la cancellazione di una patologia dello spirito o è forse lo la capacità dello spirito di guarire il corpo?

Falsi miti della malattia

Iniziamo intanto con lo sfatare alcune false credenze sulla malattia.
1) Tutte le malattie hanno un’origine spirituale.
Gli effetti di una non adeguata alimentazione, come l’esposizione del corpo a temperature non appropriate possono essere cause di gravi patologie.
Privazione del sonno, esposizione a radiazioni e sostane tossiche sono ulteriori cause di patologie.
2) Una tecnica di guarigione spirituale consisterebbe nell’imposizione delle mani.
La guarigione dello spirito avviene con una cognizione. Su una determinata area cognitiva l’essere esamina la carica presente e metacognitivamente (ovvero consapevole di produrre una cognizione) crea, origina una o più realizzazioni su quella esatta area di lavoro.
L’imposizione delle mani è un rituale. Una serie di azioni che iniziano e si concludono all’interno dell’universo fisico. È una pratica energetica che non va confusa con l’ambito dello spirito.
3) La guarigione spirituale è autoguarigione.
Purtroppo nella condizione in cui si trova l’uomo è molto difficile che egli possa autonomamente realizzare tutte le cognizioni necessarie per ripristinare il suo originario livello di consapevolezza. Non dobbiamo dimenticare che lo spirito umano (thetan) abita un corpo e da esso eredita una struttura definita mente meccanica. Senza un adeguato trattamento (cancellazione) degli elementi fondanti di tale mente, il lavoro sullo spirito risulta arduo se non impossibile.
4) La guarigione spirituale avviene attraverso trattamenti energetici.
Come già detto in precedenza, lo spirito si evolve per realizzazioni. Inoltre va tenuto bene a mente che è lo spirito il soggetto creatore di energia. L’energia è una conseguenza del livello di coscienza dell’essere. È proprio grazie ad una realizzazione che lo spirito può liberare nuova energia ed aumentare il suo generale livello energetico. L’innalzamento del livello di energia fine a sé stesso non ha alcun effetto sulla produzione di cognizioni dell’individuo.

L’articolo è breve ma cerca di gettare le basi nel mondo dello spirito, dove purtroppo la confusione tra universo fisico e piano spirituale è molto diffusa.
Non dobbiamo inoltre dimenticare che la guarigione spirituale è solo un tipo di guarigione, esiste infatti la guarigione mentale, dovuta alla cancellazione di immagini mentali. Esiste poi la guarigione del corpo. Pensate ad esempio ad un soggetto che a causa di una condizione economia disagiata e di ritmi di lavoro frenetici non riesce a nutrirsi correttamente. Quando tale individuo riuscirà ad uscire da tale condizione e si nutrirà in modo più consono il suo corpo guarirà facendo sparire le debolezze e le nervosi connesse alla cattiva alimentazione.

La connessione tra allergie ed esoterismo

L’etimo più profondo della parola “guarire” ci porta a “difendere”.
Nella nostra cultura è radicata l’idea che guarire possa solo significare l’attuazione di una sorta di difesa attiva contro la patologia bersaglio.

Diversamente e fortunatamente è possibile dare al termine “guarigione” il significato di “cancellazione”. Se la patologia è psicosomatica, una volta cancellate le cause (immagini mentali) allora tutti i sintomi spariranno.

Difendersi dalle allergie

Un ottimo prodotto per difendersi dalle allergie è il fungo medicinale Chaga (Inonotus obliquo).
Della sua efficacia ne parlano antichi testi di medicina cinese nonché moderni articoli scientifici.
In abbinato al fungo Chaga ho personalmente assunto un prodotto omeopatico, denominato Pollensì®.
Dopo circa 24/48 ore ero privo di sintomi e potevo nuovamente uscire di casa e respirare liberamente. La mia allergia era un’allergia ai pollini. Vi erano inoltre diversi alimenti di origine vegetale che mi innescavano delle reazioni allergiche piuttosto dolorose.

Come sono guarito definitivamente dalle mie allergie

Cancellare l’allergia

Dopo un mese di sintomi (un raffreddore cronico) ho realizzato di essere sotto l’effetto di una sindrome allergica. L’uso del Pollensì® confermò rapidamente la mia tesi. Con esso potevo vivere una vita normale. Dopo circa 12 ore dalla sua assunzione (e quindi al termine dei suoi effetti benefici) tutti i sintomi si ripresentavano.
La soluzione finale arrivò una volta compreso che ero diventato un individuo allergico.
In poche sessioni di Dianetica Espansa ho cancellato tutto il materiale connesso all’allergia e sono ritornato come prima. Potevo mangiare frutta e verdura cruda ed uscire di casa senza dovermi soffiare costantemente il naso. Durante quel periodo, ogni sera, era come se una strana bronchite si manifestasse. Espirando emettevo uno strano sibilo. Per non parlare di strani attacchi di tosse secca quando calava il sole. Un rimedio molto utile era il miele. Fortunatamente, come già detto, dopo circa una decina di sessioni di lavoro interiore ogni sintomo era sparito definitivamente.

Dianetica Espansa

Posso quindi affermare che Dianetica Espansa sia una tecnica utile a cancellare allergie? No, posso dire che Dianetica Espansa è una tecnica che rende l’essere più abile e capace muoversi all’interno del proprio caso (l’insieme di elementi su cui è necessario lavorare) allo scopo di ottenere un risultato: cancellazione di immagini mentali.

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Ansia e Magia: tutto ciò che devi sapere per starne alla larga

L’ansia è una cosa seria, un disturbo compulsivo che fa percepire all’individuo emozioni, sensazioni, stati d’animo appartenenti ad altri tempi ed altri luoghi.
Purtroppo una volta innescatosi, il processo di degradazione spirituale è molto rapido e non da il tempo al soggetto di rendersi conto di cosa sta accadendo. Quando il fenomeno è ormai radicato l’individuo si rende conto di essere dentro ad un film dal quale non riesce più ad uscire.

Una soluzione non magica

La soluzione c’è, ovviamente richiede molta etica personale e competenze. Bisogna affidarsi ad una figura che conosca la struttura dello spirito umano, che sappia come guidare l’uomo attraverso la sua banca dati di registrazioni episodiche.

Come sappiamo nel web possiamo trovare di tutto, magiche ricette che ci offrirebbero una facile soluzione ai nostri problemi.
La proposta più curiosa che ho trovato è anche la meno etica. Far finta che le nostre registrazioni non esistono.

La banca dati delle registrazioni

L’individuo dovrebbe bloccare ogni registrazione (visiva o sonica) sul nascere, magari auto-imponendosi un comando verbale di qualche forma.
Purtroppo la strada da percorrere è quella della totale responsabilità. Se l’attenzione di un individuo è costantemente catturata da pensieri rappresentativi di situazioni, persone o fatti, allora tutto ciò che c’è da fare è prendere tale materiale e andarci attraverso.
La via più corta non è mai la migliore.
Sarebbe bello avere la bacchetta magica, ma il lavoro su di sé è una cosa seria. Richiede anni e tanta buona volontà, ma soprattutto, competenza.

Ansia – quando la meditazione non funziona, cosa fare?

Secondo Google, il termine “Ansia” è una parola chiave costantemente presente tra le ricerche dei suoi utenti.
Se provate a scrivere “ansia” su google infatti le pagine web non mancano.
Su questo articolo voglio soffermarmi sul legame giornalistico che esiste tra ansia e meditazione. Con “legame giornalistico” intendo descrivere quel fenomeno secondo il quale sarebbe possibile sconfiggere l’ansia con la meditazione.
Intanto dobbiamo iniziare a definire che cos’è la meditazione.

Cos’è la meditazione

La meditazione è un insieme di pratiche in cui l’individuo cerca di direzionare la propria attenzione su obiettivi predeterminati. Tale scopo può essere coadiuvato dalla visualizzazione di forme/colori, dall’emissione di suoni, da una modalità specifica (ritmo) di respirazione nonché da movimenti abbinati.

Ora, se la sorgente dell’ansia è il vissuto dell’individuo e il cattivo funzionamento del suo intero ecosistema psicofisico, ci risulta difficile trovare un qualche nesso causale tra l’applicazione di suddette pratiche con la rimozione/cancellazione dell’ansia.

Cancellare l’ansia

Per poter rimuovere l’ansia, purtroppo è necessario un forte desiderio di conoscenza personale. La strada per la rimozione della registrazione compulsiva del proprio vissuto è lunga e, a volte, noiosa. Non c’è nulla di eccezionale nel duplicare il proprio vissuto (Beh, personalmente ritengo che qualcosa di eccezionale ci sia, dipende da cosa rievocate e da “quando” rievocate). Duplicando il proprio vissuto gli effetti delle registrazioni meccaniche subite in momenti di bassa consapevolezza spariscono. I disturbi psicosomatici se ne vanno e ritorniamo, passo dopo passo, in tempo presente.

Purtroppo spesso le pratiche meditative hanno un effetto ipnotico e bloccano l’individuo. Ponendo l’attenzione sul corpo, o sul respiro infatti, non avviene alcun lavoro di introspezione. Non si sta bruciando alcun Karma.

web-auding

Per l’auditing è necessario un attento e metodico lavoro su di sé per poter bruciare tutto il karma che l’uomo porta con sé. Grazie al lavoro su di sé è possibile andare a vedere, comprendere e cancellare ogni interferenza che tiene l’individuo ancorato al passato.
Il messaggio che vogliamo passare è che se bruceremo il nostro karma allora saremo in grado di cancellare ogni forma personale d’ansia.

esperienza pre morte (NDE) con auditing tra i cieli, incontro con un essere di luce

In questo video la pittrice Hilde Genoese racconta la propria esperienza pre-morte.
Per i dettagli della sua esperienza, ciò che l’ha causata e il contesto della conferenza, vi rimando direttamente alla visione del video. Il video è la registrazione di una conferenza della Genoese sulla metafonia. Le metafonie sarebbero fenomeni acustici registrabili con apparecchiature elettroniche (sarebbe sufficiente il microfono di uno smartphone o tablet) nei quali esseri disincantai lascerebbero dei messaggi ai presenti. Questo breve articolo non vuole porre l’attenzione da tale pratica ma vuole andare ad analizzare il contenuto dell’esperienza pre-morte della protagonista.

La pittrice racconta, una volta uscita dal proprio corpo fisico, di aver incontrato un essere, una figura << di autorità >>, con una tunica bianca, di luce. In seguito si materializza un libro ed ecco che la Genoese incomincia a rivedere la propria vita (visio recall). Per le moderne neuroscienze il soggetto sta riattivando la propria memoria episodica (Tulving 1972).
Dal punto di vista della terminologia definita da Hubbard, il soggetto sta ripercorrendo registrazioni di immagini mentali. Per chiarezza, stiamo parlando della stessa cosa. Le definizioni di Tulvig e quella di Hubbard sono complementari. Hubbard è certamente più specifico, in quanto per egli, tali registrazioni hanno massa, carica emotiva intrappolata e non di meno, rappresentano la sorgente dell’insanità mentale dell’uomo.

Proseguendo, il primo episodio che la protagonista rievoca è un momento di vita uterina, successivamente un momento di infanzia (1,5 anni 2) in cui la bambina vive un momento di dolore fisico, un impatto al ginocchio (qui possiamo applicare la classica definizione di Engram di Hubbard). Successivamente l’attenzione si sposta su un Overt (comportamento pubblico nel quale l’individuo causa danno o minor bene a sé stesso, ad oggetti o ad altri individui). Nell’Overt rievocato la bambina calpesta un passerotto e piange, poi ne trae sollievo perché riesce a duplicare l’immagine del passerotto che in realtà è volato via sano e salvo (i dettagli di tale racconto li trovate qui). Infine la pittrice racconta di ricevere in regalo un anatroccolo rosa e poi contrae il racconto balzando al momento in cui vede il pianeta Terra da lontano. Per ulteriori dettagli vi rimandiamo al video.

Come sappiamo, essere auditi in assenza del corpo è molto facile. La quantità di interferenze che il corpo ci costringe a gestire in session portano via una gran quantità di ore. Siamo felici che la Genoese abbia potuto godere di tale esperienza ed è bello vedere come tale tecnologia non si discosti più di tanto nelle sue applicazioni (MEST e theta).

Glossario

session: è il momento in cui un individuo lavora su di sé. Ha un inizio ed una fine. Generalmente dura un’ora.

MEST: Materia, Energia, Spazio, Tempo. Il nostro universo fisico, ciò di cui la nostra realtà è costituita.
theta: sprito, piano spirituale, livello angelico.

movimento scientology indipendente : come nasce?

Il bignami della nascita della scientology indipendente

Nei movimentati anni ’80 numerosi membri della Chiesa altamente qualificati lasciarono la Chiesa.  Al suo interno Il clima era cambiato e Hubbard si era ritirato dalla scena pubblica. Il massimo del malcontento culminò nella conferenza del 1982, “the Mission Holder Conference”. Tutto questo  contribuì alla nascita del grande movimento indipendente, tutt’oggi vivo e in costante espansione.

Negli anni successivi alla conferenza dell’82, Internet ha permesso la crescita del movimento e ha reso più facile ai fuoriusciti contattare gli indipendenti.

Oggi, in Russia, esiste un gruppo che offre scientology tramite Skype (freezone-it.org è qui grazie a loro). Una delle Ron’s Org di Mosca ha sviluppato un software con meter annesso, il Theta Meter, e-meter attualmente in uso.

William Branton Robertson, ovvero Capitan Bill Robertson ha sviluppato un ponte con 48 livelli OT, mentre coloro che applicano il ponte della Chiesa ne hanno solo 8.

Capitan Bill Robertson, per brevità CBR è stato uno dei più vicini collaboratori di Hubbard secondo quanto dicono le Ron’s Org. Nel 1980 Robertson è stato chiamato da Hubbard in California, dove Hubbard viveva lontano dal mondo e dall’organizzazione. CBr era convinto che Hubbard fosse malato, ma Hubbard disse che aveva fatto circolare quella voce solo per essere lasciato solo. Hubbard informò Robertson che aveva perso il controllo sulla Chiesa e che oltre a quello, il problema era l’organizzazione stessa della Chiesa. Hubbard disse a Robertson che se egli non gli avesse fatto recapitare un suo messaggio ogni sei mesi, in forma di un faccia a faccia,  di una telefonata o tramite una lettera firmata, avrebbe dovuto lasciare l’organizzazione (la Chiesa uffiiale).  Quindi se Robertson non avesse ricevuto messaggi da Hubbard, ciò avrebbe significato che Hubbard avrebbe perso il controllo sulla Chiesa e che Robertson avrebbe dovuto avviare una “Zona Libera” al di fuori della Chiesa.

Dopo quell’incontro Robertson comunicò con Hubbard una o due volte, dopodiché i contatti cessarono. Robertson faceva fatica a lasciare la Chiesa alla quale era così attaccato. Decise allora di tentare di incontrare Hubbard ancora una volta. Il caso volle che i due si incontrarono in una Organizzazione Avanzata a LA. Quando Robertson tentò di parlare con Hubbard, Hubbard gli diede le spalle, come a voler dire “questo non conta come comunicazione”. Era il 1981 e Robertson capì che era il momento di andarsene dalla Chiesa.

Robertson cercò di reclutare i mission holder negli Stati Uniti, in modo da coinvolgerli nella “Zona Libera” (Free Zone).  Questo accadde proprio durante l’epurazione degli anni ’80, durante la quale il risentimento verso la Chiesa era in crescita. In seguito contattò diversi fuoriusciti in Europa, tra cui John Caban. Fu così che le Ron’s Org ebbero inizio.

Nel 1997, gli Hauri furono contattati da un ex membro russo della Chiesa.  Grazie ad una minor pressione da parte della Chiesa ufficiale, le Ron’s Org trovarono nell’Est dell’Europa una naturale zona d’espansione.  Le Ron’s Org si sono diffuse anche in altre zone del pianeta, come Alaska e Argentina. In Europa hanno sedi in Danimarca, Paesi Bassi, Francia, Germania, Svizzera e Portogallo.

A Mosca oggi (alla data in cui questo documento è stato redatto)  ci sono sette Ron’s Org. Due volte all’anno si radunano tutte assieme per dei ‘campi d’addestramento’, in cui offrono addestramento e auditing.

Vuoi entrare in contatto con un auditor indipendente? Scrivici!


 

risveglio spirituale: cosa fare nel 2018

Risveglio spirituale: consigli e suggerimenti

risveglia il tuo spirito, esci dal guscio!

Il 2018 è appena iniziato e tu hai intenzione di intraprendere un percorso di liberazione del sé? Ottimo! Vediamo che cosa è opportuno fare e quali sono le cose importanti da sapere:

 

[ 1 ] La sorgente di automaticità dell’uomo (a livello atomico) è l’immagine mentale: una registrazione avvenuta in un momento di bassa consapevolezza. E’ un retaggio del mondo animale. Se lo spirito non abitasse un corpo fisico tale fenomeno non si manifesterebbe.

[ 2 ] Per poter avere accesso all’insieme delle registrazioni di un individuo è necessario distogliere la sua attenzione dalla quotidianità. Il vissuto ha un forte impatto sulla vita dell’uomo: preoccupazioni, situazioni imbarazzanti, sensi di colpa. Tutto questo impedisce all’individuo di accedere al nucleo delle sue registrazioni. Senza l’accesso alla traccia delle registrazioni non è possibile cancellarne il contenuto.

rudimenti

[ 3 ] Procedere sempre con ordine: a) liberare l’attenzione dalle preoccupazioni; b) cancellare la porzione disponibile di mente meccanica/reattiva; c) lavorare sulla generazione delle proprie e personali cognizioni.

[ 4 ] Non dimenticarti che non sei solo, abiti un corpo che è guidato da una moltitudine di cellule. Inoltre il padrone del tuo corpo, l’anima, necessità di particolare attenzione.

Ricorda sempre di affidarti ad un consulente spirituale che conosca  l’esistenza delle immagini mentali e che possieda la metodologia necessaria alla loro cancellazione.

Il nostro cammino spirituale

Di seguito trovi il collegamento al nostro cammino spirituale, questo è ciò che proponiamo.

 

 

Lavorare su se stessi: che cosa viene fatto

Che cosa viene fatto da coloro che decidono di intraprendere la strada del lavoro su sé stessi?

Viene effettuato un processo di duplicazione attraverso memorie episodiche appartenenti all’individuo, al corpo e all’anima e alle diverse sorgenti che determinano gli altrui comportamenti a noi associati.

esempio di duplicazione di un episodio

[ 1 ] Hai mai riflettuto al numero di cellule che compongono il corpo umano (macchina biologica umana)?

[ 2 ] Hai mai riflettuti si chi si occupa di far battere il cuore o di regolare la temperatura corporea? L’anima!

 

Non c’è nulla di esoterico in tutto questo.

[ 3 ]Sei stato tu a costituire il tuo corpo o lo hai trovato già formato al momento della nascita?  E sei stato tu a preoccuparti di come farlo crescere?

Seguendo il filo logico dato da queste domande, il lavoro pratico su  sé stessi che qui viene proposto vuole far riflettere il lettore sulla necessità di un lavoro strutturato sull’intera macchina umana: mente, corpo, individuo ed entità altre.

Ma non finisce qui: una volta che l’individuo si è liberato di gran parte del suo bagaglio episodico potrà continuare generando la propria personale filosofia, le proprie comprensioni relative a qualsiasi fenomeno. Infatti, nel corso della vita, l’uomo è soggetto ad un meccanismo per il quale la sua attenzione resta parzialmente vincolata a termini, fenomeni, persone, etc.

Il lavoro pratico su sé stessi quindi si propone come valida metodologia per liberare definitivamente l’attenzione dell’individuo in modo da sgombrare la sua mente in modo permanente. E cosa significa tutto questo? Serve a migliorarsi?

La riposta è:  Tempo Presente.

 

Ed è proprio nel tempo presente che l’uomo può scegliere di fare, comunicare, apprendere, sbagliare, correggersi, osservarsi, riflettere: in una parola, migliorarsi.

Il lavoro pratico su se stessi

Che cos’è il lavoro pratico su sé stessi e come si fa?

Iniziamo dal dire che cosa non è: possiamo facilmente affermare che non è necessario tirare in ballo la <<magia>>.

E’ pratico, lo dice la parola stessa. Per praticarlo serve un operatore qualificato che ne conosca i procedimenti, le sue domande e la struttura genarle del lavoro. Volete sapere in una battuta che cos’è il lavoro sulla macchina biologica umana? Domande e liste di domande alle quali dare una risposta. Le risposte ovviamente sono le vostre consapevolezze che, una ad una, vanno a costituire la vostra personale verità: così facendo avete appena iniziato a costituire la vostra prima filosofia.

Possiamo poi continuare dicendo che il lavoro pratico su di sé è la  personale generazione di un’intima conoscenza che non aspetta altro che la vostra curiosità per essere sviscerata.

Vi state chiedendo per chi è il lavoro pratico su di sé?

Il lavoro è per tutti coloro che abbiano maturato la decisione di dedicare due o tre orette alla settimane alla generazione metodica di cognizioni (Dal lat. cognitio -onis, der. di cognoscĕre ‘conoscere’ •primo decennio sec. XIV.).

Che cosa non è il lavoro pratico su sé stessi?

Non sono pratiche meditative, è già stato espresso sopra: sono domande alle quali dare una risposta personale. La risposta va a comporre la propria filosofia personale. Per chi lo avesse sperimentato, sa che è possibile ottenere una comprensione da una pratica meditativa. Purtroppo però la pratica meditativa non è un metodo di generazione di consapevolezze strutturato. La meditazione ha lo scopo di liberare temporaneamente l’attenzione dell’individuo. Per chi ha come obiettivo la generazione e la scoperta della propria verità, non può essere considerato come un valido strumento per un lavoro metodologico.

 

Ancora, il lavoro pratico su di sé non è composto da rituali. Non si effettuano movimenti di sincronia, danze sacre, non si utilizzano oggetti, amuleti, non si pronunciano mantra.

Si danno risposte a domande che servono a sondare la struttura della macchina biologia umana secondo la sua composizione: mente, essere, anima, corpo, entità altre.

Secondo i canoni del lavoro pratico su sé stessi qui proposto, come si struttura la mente?

Ne parleremo in un prossimo articolo.

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