Come si risolve un problema? Forse ti sei ritrovato/a nella situazione in cui hai sentito l’urgenza di dover risolvere qualcosa. Spinto da una sorta di frenesia mista ad ansia, almeno una volta nella vita probabilmente hai creduto di dover mollare tutto perché c’era un problema urgente da risolvere. Non preoccuparti, è del tutto normale, ero solo sotto l’effetto di un problema del tempo presente. L’urgenza non era oggettiva, ma l’emotività che il problema portava con sé faceva sì che tu percepissi la questione come urgente.
Problema del Tempo Presente
Quando un individuo si trova sotto l’effetto di un problema del tempo presente, esso si comporta come una calamita per l’attenzione. Tutto ciò a cui un soggetto riesce a pensare, sotto l’effetto di un PTP ( lo chiameremo così per brevità, utilizzando le sue iniziali), è il problema stesso. In prima battuta il fenomeno potrebbe sembrare avere un’accezione positiva. Purtroppo però tutto quello che accade, tutto quel “pensare al problema”, si riduce in una drammatizzazione del problema.
Il senso di urgenza, il carico emotivo negativo e il senso di incertezza non hanno sicuramente degli effetti positivi nel permettere ad una persona di optare per la soluzione migliore.
Trasformare un problema in una situazione
Per trasformare un problema di una situazione è necessario sciogliere tutta l’energia intrappolata nel problema. Non ti preoccupare, non sto per dirti quanto sale devi spargere sul pavimento della tua cucina, continua a leggere e vedrai che non ti deluderò.
Intanto inizio con un’avvertenza: la tecnica che sto per descrivere non è intesa come un procedimento che un individuo possa nel 100% dei casi utilizzare autonomamente su di sé. Ciò che sto per esporre è l’esatta procedura utilizzata durante una sessione di lavoro su di sé in una incontro di web auditing. La sessione viene eseguita da un professionista che sa come gestire ogni manifestazione collegata al problema. Voglio qui farti conoscere come noi risolviamo un problema in modo che tu possa comparare la nostra tecnologia con quelle che conosci o conoscerai.
Prendi un foglio (un A4, ossia quello che usi per la stampante, o quello dei classici quaderni scolastici) , distendilo in orizzontale, piegalo a metà da sinistra verso destra o da destra verso sinistra. Ora riaprilo, poi con la penna tracciai due linee orizzontali in modo da avere tutto il foglio diviso in tre righe. La piega che hai fatto in precedenza sarà la linea che dividerà il foglio in due colonne.
Quindi hai tre righe: riga 1, porzione di sinistra, porzione di destra;
riga 2, porzione di sinistra, porzione di destra;
riga 3, porzione di sinistra, porzione di destra;
Ora chiediti “Qual è il problema?” e datti una risposta. La risposta serve solo a definire il problema, non c’è bisogno che tu tiri fuori tutto ciò che c’è da tirare fuori. Useremo il foglio per tale scopo.
Adesso useremo la prima riga per le FORZE e CONTRO FORZE, la seconda per le INTENZIONI e CONTRO INTENZIONI e la terza riga per le VERITÁ CONTRO VERITÁ
Meglio prima però fare chiarezza sui nuovi termini che abbiamo appena introdotto.
FORZE – CONTRO FORZE
Cosa sono le FORZE? Ti farò degli esempi di FORZE. In un problema delle forze potrebbero essere: “non ce la faccio”, “loro non voglio che io …”, “non mi è permesso andare là”, “…se ci vado poi mi sento solo/a”,”costa troppo”. Ma che relazione c’è tra FORZE e CONTRO FORZE? Supponiamo che il tuo problema sia: non posso più abitare nella casa in cui mi trovo. Ora inizia ad individuare delle FORZE, e per ogni forza che trovi prova a vedere se c’è una CONTRO FORZA. Non ci deve essere obbligatoriamente una corrispondenza, puoi anche prima trovare delle FORZE, e poi delle CONTRO FORZE. Quindi la mia FORZA, per lasciare la casa, potrebbe essere “qui non ho più motivi di restare”, e la CONTRO FORZA “non so dove andare”, un’altra FORZA “i vicini di casa sono insopportabili”, CONTRO FORZA “potrei incontrare qualcuno di ancora più malvagio se me ne vado da qui”.
Quindi nel foglio iniziate a scrivere a sinistra le FORZE che vi vengono in mente e a destra le CONTRO FORZE.
Fatelo finché sentite che non avete più FORZE e CONTRO FORZE disponibili. Ora passate alle INTENZIONI.
INTENZIONI – CONTRO INTENZIONI
Un esempio di intenzione è (sempre utilizzando il nostro problema d’esempio) “voglio una vita nuova”, e CONTRO INTENZIONE “non voglio perdere quello che ho costruito qui”. Potente anche usare il dizionario per definire il termine “intenzione”. Le CONTRO INTENZIONI sono intenzioni in opposizione alle intenzioni che avete trovato.
Quindi ora utilizzate la seconda riga per scrivere, a sinistra, le INTENZIONI e a destra, le CONTRO INTENZIONI.
POSTULATI – CONTRO POSTULATI
Infine abbiamo le VERITÁ, ovvero i vostri personali giudizi, realizzazioni, o più tecnicamente definiti come POSTULATI.
Esempi di VERITÁ sul nostro problema di riferimento possono essere “questo posto è un inferno”, “non posso più restare qui”. CONTRO VERITÁ “mi ero abituato/a a restare qui”, “non so da dove iniziare”.
Una volta che non avete più nulla da scrivere riguardo a VERITÁ e CONTRO VERITÁ ricominciate dalle FORZE e così via, fino a che non vi viene più nulla in mente.
Ora il procedimento non è finito. Molto probabilmente la radice di questo problema è collocata in un momento temporale precedente al problema sul quale avete appena lavorato.
Ecco perché è importante affidarsi ad un professionista che conosca i procedimenti necessari a liberarvi da tali condizioni. Non espongo qui la tecnica per intero perché, senza le giuste competenze, potrebbe solo creare più confusione che beneficio. Con quanto descritto fino a qui sarete in grado di alleviare un problema, ma senza però cancellarne la causa più remota. Per fare questo esiste il web-auditing.
In ogni caso, dopo che hai trasformato un problema in una situazione, se hai bisogno di strumenti per riflettere sulla migliore soluzione da applicare, questo sito può esserti d’aiuto.