L’ansia è una cosa seria, un disturbo compulsivo che fa percepire all’individuo emozioni, sensazioni, stati d’animo appartenenti ad altri tempi ed altri luoghi.
Purtroppo una volta innescatosi, il processo di degradazione spirituale è molto rapido e non da il tempo al soggetto di rendersi conto di cosa sta accadendo. Quando il fenomeno è ormai radicato l’individuo si rende conto di essere dentro ad un film dal quale non riesce più ad uscire.
Una soluzione non magica
La soluzione c’è, ovviamente richiede molta etica personale e competenze. Bisogna affidarsi ad una figura che conosca la struttura dello spirito umano, che sappia come guidare l’uomo attraverso la sua banca dati di registrazioni episodiche.
Come sappiamo nel web possiamo trovare di tutto, magiche ricette che ci offrirebbero una facile soluzione ai nostri problemi.
La proposta più curiosa che ho trovato è anche la meno etica. Far finta che le nostre registrazioni non esistono.
La banca dati delle registrazioni
L’individuo dovrebbe bloccare ogni registrazione (visiva o sonica) sul nascere, magari auto-imponendosi un comando verbale di qualche forma.
Purtroppo la strada da percorrere è quella della totale responsabilità. Se l’attenzione di un individuo è costantemente catturata da pensieri rappresentativi di situazioni, persone o fatti, allora tutto ciò che c’è da fare è prendere tale materiale e andarci attraverso.
La via più corta non è mai la migliore.
Sarebbe bello avere la bacchetta magica, ma il lavoro su di sé è una cosa seria. Richiede anni e tanta buona volontà, ma soprattutto, competenza.